In un mondo dove l’esperienza del cliente è diventata il cuore pulsante del successo aziendale, il marketing conversazionale emerge come una delle strategie più efficaci per garantire una comunicazione tempestiva e personalizzata. L’adozione di chatbot e assistenti virtuali rappresenta una svolta fondamentale in questo contesto, offrendo alle aziende strumenti potenti per interagire con i clienti, […]
Addio a migliaia di like e centinaia di commenti organici.
Il nuovo algoritmo di Facebook 2018 minaccia di uccidere definitivamente la portata organica dei post delle pagine, riducendo di circa il 40% la possibilità che vengano mostrati nel newsfeed degli utenti.
Questo significa un calo di visibilità importante per i brand che preoccupa non poco i marketer.
Ma la situazione è davvero così drammatica?
Proviamo a ripercorrere insieme i cambiamenti più importanti fatti da Facebook nell’ultimo anno per capire qual è la direzione che il social network di Zuckerberg sta prendendo, se davvero il calo della reach organica avrà ripercussioni catastrofiche sui brand e quali strategie di marketing mettere in atto per evitare il peggio.
Algoritmo di Facebook 2018: il calo della reach organica
Che la reach organica è morta ce lo sentiamo ripetere da un sacco di tempo, e in effetti nell’ultimo anno l’algoritmo di Facebook ha subito numerosi aggiornamenti che hanno di fatto contribuito a questo calo:
- Gennaio 2017: viene introdotto un aggiornamento che classifica meglio i contenuti
- Maggio 2017: Facebook dichiara guerra al clickbait, cioè quella pratica mirata a incentivare i clic al sito con titoli a effetto e ingannevoli
- Settembre 2017: vengono premiati i contenuti mobile-friendly
Da gennaio ad agosto 2017, secondo una ricerca di BuzzSumo, la reach organica era già diminuita del 20% rispetto all’anno precedente. Questo dato ci suggerisce che il calo annunciato e già sperimentato da molti brand e marketer a gennaio 2018 è solo parte di un processo cominciato in realtà molto prima, addirittura (dice qualcuno) nel lontano 2013, e volto a rendere invisibile l’attività dei brand su Facebook.
Ma è davvero così?
In questo primo mese del 2018 non abbiamo sperimentato un calo della reach organica per tutti i nostri clienti: alcuni hanno continuato a ricevere gli stessi like e commenti di prima.
Ci siamo chiesti quindi perché alcune pagine sembrano immuni al calo della reach organica e abbiamo provato a dare una risposta.
Il calo della portata organica è un rischio concreto?
Quando ha annunciato il cambiamento di algoritmo, Mark Zuckenberg ha dichiarato che:
“Usare i social media per connetterci con le persone alle quali teniamo può essere positivo per il nostro benessere. Possiamo sentirci più uniti e meno soli e questo risulta in correlazione sul lungo termine con il grado di felicità e di salute. Dall’altro lato, leggere passivamente o guardare video, anche se sono di intrattenimento o informativi, può non essere così positivo”.
Il reale obiettivo di questo aggiornamento quindi non è, almeno per ora, quello di escludere i brand dal newsfeed degli utenti. Questa è solo una conseguenza.
L’obiettivo di Zuckerberg è quello di mostrare alle persone dei contenuti che li aiutino a connettersi tra loro, a interagire con gli altri utenti e, in ultima istanza, a fare di Facebook un posto felice.
Ecco perché il calo della reach organica non riguarderà, almeno per il momento, tutte le pagine. In particolare, le pagine “salve” sono, in base alla nostra esperienza, quelle che:
- Hanno uno storico importante, cioè sono attive da parecchi anni
- Hanno fanbase attive e coese, cioè vere e proprie community di persone che hanno interesse a interagire anche quotidianamente con il brand
Questo dato, a ben guardare, risulta essere perfettamente in linea con le caratteristiche dell’algoritmo Facebook 2018, che infatti consentirà di prevedere su quali contenuti ci sarà maggiore interazione.
Interazione è la parola chiave.
Non bisogna dimenticare che i social network sono fatti per le persone e dalle persone. E mettere le persone al centro è sempre la scelta giusta.
Un brand che comunica sui social in maniera fredda e distaccata vivrà probabilmente un calo della portata e conseguentemente delle interazioni. Allo stesso modo, chi ricercherà le interazioni a tutti i costi con il click baiting e l’engagement baiting verrà ugualmente penalizzato.
Ma un brand che saprà mettere al centro i suoi clienti dando valore alle interazioni spontanee e che avvengono anche al di fuori del funnel di vendita
conoscenza del brand ?? valutazione ?? acquisto
conserverà la sua portata organica (e la sua credibilità su Facebook).
Insomma, i social network avranno sempre più il compito di “deliziare” i clienti (in ottica Inbound). I brand che riusciranno a intrattenere e divertire in maniera spontanea e giocosa, indipendentemente dai loro obiettivi di vendita, vinceranno la battaglia della reach.
Algoritmo Facebook 2018 e calo della reach organica: i consigli per contrastarlo
Ecco allora una serie di consigli per i marketer che possono aiutare ad arginare la perdita di visibilità organica e a muoversi nell’ottica del community management e del Content/Inbound marketing, che ormai pare davvero l’unica via perseguibile.
- Less is more: bombardare gli utenti con messaggi promozionali e post prodotto servirà a ben poco. Meglio ridurre ridurre la frequenza di posting e concentrarsi sulla creazione di contenuti di qualità.
- Video is the king: il calo di visibilità dei contenuti video è meno drastico, ma solo se sono live, quindi attenzione!
- Sponsorizza: senza budget non vai da nessuna parte. Pianifica di investire un budget di almeno 2/5 euro su ogni post pubblicato: ti aiuterà a contrastare il calo organico della reach.
- Non c’è una strategia definitiva per aumentare la reach organica: questi sono solo consigli. Come sempre nell’ambito del web marketing, non esiste una soluzione univocamente valida per tutti. Il segreto del successo è nella sperimentazione.
Algoritmo di Facebook 2018 e Adv: scenari futuri
Facebook è uno strumento in continua evoluzione.
Se è vero che il calo della reach non è qualcosa che deve preoccupare in maniera imminente, è vero anche che in un futuro non troppo lontano gli scenari potrebbero cambiare.
Una delle possibili previsioni è che l’obiettivo finale sia proprio quello di escludere completamente la “pubblicità” da Facebook, attraverso la creazione di una sezione del social network dedicata all’adv e in generale ai contenuti dei brand, che le persone potranno visitare appositamente quando sono in cerca di offerte o informazioni commerciali.
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